Comete gioielli è tra i primi marchi vicentini ad avere ottenuto il marchio TF, la certificazione di tracciabilità del gioiello. Di cosa si tratta?
È un traguardo importantissimo per noi. Si tratta di un'etichetta che garantisce che ideazione, lavorazione, assemblaggio e finitura del gioiello sono tutte italiane. Grazie ad un codice di tracciabilità, partendo dal sito “www.tfashion.camcom.it” si può risalire alla “carta di identità” dell'oggetto e all'azienda che l'ha prodotto, la Muraro Lorenzo spa.
Perché avete scelto di certificarvi?
Perché un marchio deve trasmettere emozioni, ma anche valori che incarna, seriamente e concretamente. Il Made in Italy è per noi un valore grandissimo, troppo spesso svilito da aziende che comprano gioielli all'estero e scrivono, con estrema leggerezza, 'made in Italy'.
Perché l'espressione "Made in italy" è così importante per Comete?
È un valore a cui teniamo molto: perché è nel nostro dna e fa parte integrante delle nostre origini. Siamo produttori che hanno iniziato tanto tempo fa, lavorando con grandissima passione nel sottoscala di casa. La nostra storia si è evoluta, certo, il nostro è diventato un marchio importante, ma certe cose rimangono uguali: ad esempio, proprio il concetto di "made in Italy", che per noi significa il produrre, il fare con "gente" italiana che ha realizzato, insieme a noi, la storia del nostro marchio.
Quanto tempo è stato necessario per ottenere la certificazione di tracciabilità e quanto vi è costata?
Il percorso di certificazione è durato circa sei mesi e si è sostanziato in una serie di verifiche in azienda di tutto il processo, dall'ideazione dei modelli alla produzione: verifiche che hanno coinvolto anche i fornitori della componentistica. Ne abbiamo individuati 16 e ogni anno ci saranno controlli, che interesseranno la nostra azienda e due tra questi fornitori.
Tutti i gioielli Comete sono made in Italy?
Tutti i gioielli donna sono disegnati in Comete e prodotti in Italia, in ogni loro dettaglio. I gioielli maschili sono anch'essi disegnati in Comete, ma la loro produzione segue un percorso diverso: le parti in oro sono prodotte in Italia, le altre parti all'estero.
Ritiene che la certificazione di tracciabilità basti a tutelare il made in Italy?
È certamente un primo, importante passo. I certificatori devono passare al vaglio anche distinte, ordini, fornitori, ricevimento merci. È una sfida organizzativa, ma anche una dimostrazione di trasparenza. È la prima scelta da fare per essere sempre più competitivi nel mercato, lavorando su ciò che sempre più farà la differenza: la certificazione etica e fiscale. Non è un caso infatti che, attraverso il Responsible Jewellery Council, i grandi marchi internazionali si stiano già certificando. Con la certificazione TF si cominciano a mettere dei solidi paletti.
Lorenzo Muraro